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Patogenesi, Morfologia e Localizzazione della Rottura Retinica

3 Aprile 2019

La Patogenesi

Le rotture sono causate da trazioni vitro retiniche dinamiche. Esse hanno una predilezione per la regione superiore del Fundus Oculi quindi temporale più che nasale. I fori invece sono causati dall’atrofia cronica della retina neurosensoriale e possono essere tondi ed ovali. Essi hanno una predilezione per la retina temporale superiore più che inferiore e sono meno pericolosi delle rotture.

La morfologia

Le rotture retiniche possono avere una delle 5 seguenti configurazione: 1) la prima rottura è quella a “Ferro di Cavallo”, esse si presentano come un lembo a forma di triangolo la cui base rimane attaccata alla retina e l’apice è tirato anteriormente dal vitreo. La rottura a ferro di cavallo consiste in 2 estensioni anteriori , Corni che s’incontrò all’apice che rivolto verso il polo posteriore; 2) La rottura a “Ferro di Cavallo incompleta” che può essere lineare, a forma di di L o forma di J; 3) “Rottura con Opercolo” esso è completamente avulso dal gel vitreale distaccato; 4) Rotture “Dialisi” sono rotture circonferenziali lungo l’ora serrata con il vitreo attaccato al margine posteriore; 5) infine abbiamo le “Rotture Giganti” che si estendono per almeno un quadrante e sono una variante della rottura a ferro di cavallo con il gel vitreale attaccato al margine anteriore della rottura. Le rotture di giganti sono più frequentemente localizzate nell’immediata retina post orale e meno comunemente all’equatore.

La Localizzazione

Anche la Localizzazione si divide in 5 patologie: 1) In “Rotture orali” che sono localizzate all’interno della base vitreale; 2) Rotture Post Orali” sono localizzate tra il bordo posteriore della base vitreale e l’equatore; 3) Rotture Equatoriali sono all’equatore o vicino a esso; 4) “Rotture post equatoriale” che sono dietro l’equatore; 5) e in fine le “Rotture Maculari” invariabilmente fori e sono localizzati alla macola.
Lo studio Rapisarda Oculisti da sempre si occupa di patologie della Retina e di risolvere tale patologia nella maggior parte dei casi.


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1 Aprile 2019

Lo scopo principale del trattamento delle Uveiti è quello di prevenire le complicanze che possono causare calo della vista, di alleviare il dolore e se è possibile trattare la patologia associata. I tre gruppi di farmaci che si usano attualmente sono: i Midriatici gli Steroidi e gli immuno Soppressori Sistemici. Le Uveite infettive devono essere trattate con la terapia antimicrobica o antivirale specifica. Parliamo adesso dei Midriatici. Tre le classi farmacologiche , la Opigammite che ha una durata di 6 ore, il ciclopentolato che ha una durata di 24 ore e la Senilnefrina che ha una durata di 3 ore ma non ha un effetto cicloplegico. L’Atropina è il ciclopeggico più potente midriatico con una durata di azione di oltre 2 settimane. I Midriatici vengono indicati quando alleviare il fastidio e il dolore mediante il rilasciamento del muscolo ciliare e dello sfintere della pupilla. Prevenire la formazione di sinecchie Posteriori e per rompere le sinechie di recente formazione. Poi abbiamo la classe degli Steroidi che rappresentano il trattamento principale delle Uveiti. Possono essere somministrati per via topica come gocce o pomate mediante delle iniezioni perioculari, mediante iniezioni intravitreali e per via sistemica. L’iniziazzione degli Steroidi dovrebbe essere a dosi elevate e successivamente abbassati una volta che l’infiammazione è sotto controllo. E poi andiamo all’Immunosoppressori usati per il trattamento delle Uveiti e sono gli anti metaboliti citotossici e gli inibitori delle linfociti T. Questi sono indicati per le Uveiti che possono causare cecità, che sono di solito bilaterali non infettive e non hanno risposto alla terapia steroidea in modo adeguato. Per evitare la terapia steroidea nei pazienti che sviluppo effetti collaterali intollerabili. Una volta che il paziente ha iniziato la terapia immunosoppressiva con le dosi adeguate il trattamento andrebbe continuato per 6/24 mesi. Dopo di che andrebbero gradualmente ridotto e sospeso nel giro di 12 mesi. Tuttavia alcuni pazienti possono necessitare di una terapia a lungo termine per il controllo della malattia. Noi dello studio Rapisarda da sempre curiamo le Uveiti e in qualsiasi forma si presenti tale infiammazione raccomandiamo di non provare distillazione di colliri, uso di pomate o farmaci contro questa infiammazione che rappresenta un grandissimo problema per noi oculisti in quanto alcune volte il paziente si presenta nel nostro ambulatorio avente una pressione oculare altissima dovuta al sovradosaggio di steroidi di cortisone.


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18 Marzo 2019

L’uveite è un’infiammazione di parte o di tutta la tunica media (vascolare) dell’occhio. Il termine si riferisce, inoltre, all’infiammazione che interessa le altre tuniche (sclera, cornea e retina).
Utile identificare l’uvea come componente della tunica media, la sua funzione è prettamente vascolare; da qui il motivo dei frequenti fenomeni infiammatori che la colpiscono. Le uveiti si distinguono mediante una classificazione anatomica in:
• Uveiti anteriori: sono le più frequenti, la loro eziologia è spesso autoimmunitaria, vi è una forte correlazione con l’HLAB27, un antigene di frequente riscontro in artrite reumatoide, Malattia di Crohn, rettocolite ulcerosa e spondilite anchilosante. A seconda del tratto colpito si distinguono in iriti (iride), cicliti (corpo ciliare), iridocicliti (entrambi) o cheratouveiti. Tra le anteriori -in genere- vanno inserite anche le cosiddette uveiti focali, originate nella maggior parte dei casi da granulomi dentari (altrimenti detti lisi periapicali) che, anche se silenti, ma non curati, possono diffondere in circolo una infezione che si localizza nell’uvea.
Il paziente riferisce dolore, fotofobia, lacrimazione e annebbiamento visivo. All’esame obiettivo mediante lampada a fessura si può osservare iperemia pericheratica congiuntivale per congestione vasale, edema corneale, pigmenti depositati sulla superficie della cornea, fino ad un quadro grave di cheratopatia a bandelletta (opacità orizzontali da lesioni della lamina di Bowman); la camera anteriore risulta ripiena di liquido torbido per la presenza di cellule infiammatorie con effetto Tyndall positivo. L’iride risulta congestionata, con pupilla in miosi, noduli sulla superficie, sinechie (aderenze) pupillari (fino alla completa seclusione pupillo-cristallina), occlusione fibrinosa della pupilla, fino all’atrofia della stessa. Il cristallino presenta sulla membrana cristalloide anteriore dei pigmenti e depositi per rottura delle sinechie, oltre che cataratta secondaria complicata, che determina opacità. Il Corpo vitreo risulta opaco per la flogosi e l’IOP (pressione endooculare) è in ipotono o in ipertono.
• Uveiti posteriori (o coroidite): il paziente riferisce dolore profondo moderato, miodesopsie, morfodesopsie, scotomi, annebbiamento, iperemia pericheratica, fotofobia e lacrimazione. All’esame obiettivo si osserva un’essudazione vitreale, alterazioni corioretiniche e quadro di vasculite retinica.
• Uveiti intermedie: abbastanza enigmatiche, dolore lieve con miodesopsie e annebbiamento visivo. Si verifcano solo alterazioni vitreali, fino a casi gravi di degenerazione maculare.
• Panuveiti

Lo studio Rapisarda Oculisti da sempre si occupa di patologie come l’Uveiti e di risolvere tale patologia nella maggior parte dei casi.


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27 Febbraio 2019

L’Urcera di Mooren è una condizione rara ma grave probabilmente dovuta ad una risposta autoimmune alle antigeni stromali corneali. In base alle caratteristiche cliniche, ai reperti fluorangiografici e alla risposta al trattamento sono stati riconosciuti 3 diversi tipi di patologie. 1) Ulcerazione Monolaterale che colpisce principalmente pazienti anziani di razza bianca di solito di sesso femminile e i segni sono dati da un ulcera progressiva accompagnata da forte dolore e associata obbliterazione del plesso vascolare superficiale Juxtalimbare. Il trattamento è difficile a causa della scarsa risposta all’immunoterapia sia topica sia sistemica anche risultati del trapianto di cornea non sono soddisfacenti con recidive corneal recidiva dell’ulcerazione del lembo. 2) Poi abbiamo l’Ulcerazione aggressiva bilaterale e si presenta per lo più nei pazienti giovani di sesso maschile di origine Indiana. Essa è meno dolorosa rispetto al tipo monolaterale ed è data da ulcerazione progressiva della circonferenza con diffusione centripeta tardiva. L’angiografia con fluoresceina mostrano la neo vascolarizzazione con infiltrazione che si estende alla base dell’ulcera. Il trattamento si avvale dell’utilizzo di Metilprednisolone per via endovenosa eseguiti da steroidi topici sistemici o agenti citotossici. Inoltre può anche essere utilizzata la ciclosporina topica o sistemica. 3) Infine abbiamo l’ulcera bilaterale non dolorosa. Colpisce di solito i pazienti di mezza età di origine indiana malnutriti. I segni sono dati da formazione progressiva di un solco periferico fastidioso con una risposta infiammatoria minima che spesso si risolve spontaneamente. Il trattamento prevede il miglioramento della dieta e la risoluzione delle infezioni associate. I segni comuni a tutte le forme di Ulcera di Mooren in ordine di comparsa sono: infiltrazione corneale periferica 2-3 mm dal limbus; Ulcera corneale semilunare caratterizzata dall’estesa erosione al di sopra dell’ infiltrati; diffusione su tutta la circonferenza centrale. Lo stato riparativo è caratterizzato da assottigliamento, vascolarizzazione e cicatrizzazione. E’ possibile la comparsa di cataratta secondaria ma la perforazione è rara e la sclera non è coinvolta.
Lo studio Rapisarda Oculisti da sempre si occupa di patologie come l’Ulcera di Mooren e di risolvere tale patologia nella maggior parte dei casi


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