Cerca Dottore

Anno: 2019

16 Novembre 2019

Il Dr. Lorenzo Rapisarda insieme ad altri 13 Chirurghi nazionali è stato invitato a testare un nuovo sistema e a capire se può essere utilizzato ad alta scala per approfondimenti su tutte le patologie oculari. Nello specifico, questi 2 giorni di lavoro, sono stati dedicati alla Degenerazione Maculare senile di tipo umido, quindi Maculopatia Essudativa, sulla Retinopatia Diabetica e sulle Trombosi Retiniche. Queste patologie sono state scandagliate con tecnologie molto avanzate di inteliggenza artificiale. Grazie ad un Avatar si esegue una visita completa ad un paziente virtuale dotato di inteliggenza artificiale a cui si possono rivolgere tante domande e quest’ultimo risponde in maniera attenta e precisa. Tutto sotto l’attenzione di 3 tutor di fama nazionale in modo da eseguire una visita meticolosa su quelli che sono le interpretazioni degli esami che ci espone il paziente e degli esami da richiedere in modo da seguire la decorrenza della patologia al meglio. Questo è il metodo più innovativo per l’aggiornamento professionale in oculistica.
Lo studio “Rapisarda Oculisti” da sempre si occupa dell’approfondimento di malattie retiniche e l’aggiornamento continuo fatto dallo studio “Rapisarda Oculisti” rappresenta un passo di fondamentale importanza per portare innovazione alle terapie in modo da proporle ai propri pazienti.

4 Novembre 2019

L’angiografia OCT rappresenta lo strumento diagnostico oculistico più avanzato nel mercato mondiale. Rispetto all’OCT L’Angio OCT ci permette di studiare la vascolarizzazione dei diversi strati retinici e della Coroide senza la necessità di utilizzare mezzi di contrasto. Questo studio in passato si poteva eseguire solo con la Florangiografia retinica inoltre ci permette di visualizzare i neovasi nella degenerazione maculare senile, capirne la loro evoluzione dopo terapia intravitreale di farmaci anti vegf. Ci permette di valutare le aree di Ischemia nelle malattie vascolari come il diabete e le occlusioni vascolari. Nel paziente glaucomatoso ci permette di studiare la densità dei vasi superficiali perripapillari e della papilla ottica. Nel paziente con Miopia elevata ci permette di riconoscere la presenza di membrane vascolari. L’Angio OCT inoltre a differenza della Florangiografia offre una rappresentazione tridimensionale permettendo una visualizzazione delle diverse reti capillari. L’Angio OCT rappresenta la fusione tra OCT e Florangiografia con la possibilità di evitare la somministrazione di mezzi di contrasto endovenoso che potrebbero portare a reazioni avverse anche estremamente pericolose per la salute. Noi dello studio “Rapisarda Oculisti” dopo aver partecipato negli ultimi 3 anni a tutti gli appuntamenti nazionali ed internazionali riguardanti l’Angio OCT abbiamo deciso di acquistare questo tipo di strumentazione perché la riteniamo la più avanzata tecnica diagnostica per lo studio delle malattie retinica. È inoltre questa può essere utilizzata su pazienti con patologie cardiache, patologie polmonari, patologia redali e su donne in gravidanza senza correre alcun rischio.

23 Ottobre 2019
ultrascan per ecografia bulbare ed orbitaria

Cos’è l’ecografia bulbare?
L’ecografia bulbare esplora le strutture interne dell’occhio (corpo vitreo, cristallino, retina, ecc.)

Cos’è, invece, l’ecografia orbitaria?

L’ecografia orbitaria esplora i tessuti presenti nella cavità orbitaria (muscoli extraoculari, grasso orbitario).

Su quale principio si basa?

Si avvale di ultrasuoni, ossia della trasmissione di onde acustiche ad alta frequenza nell’occhio, che poi vengono riflesse dai tessuti oculari e, infine, osservate su uno schermo. Con un meccanismo simile a quello dell’eco e dei radar si riescono così a rendere visibili le strutture oculari interne senza danneggiarle in alcun modo.

Quando serve?

Tale esame è molto utile soprattutto in presenza di opacità della cornea, del cristallino o del corpo vitreo. Viene eseguita quando il normale esame non può essere effettuato per l’impossibilità del passaggio di luce all’interno dell’occhio, nei distacchi di retina, per la ricerca di corpi estranei e per lo studio di nuove formazioni benigne o maligne (tumori). L’ecografia è l’esame fondamentale per lo studio della patologia orbitaria che insieme alla TC e alla RM sono le uniche che permettono di visualizzare il contenuto orbitario.

Come si effettua l’esame?

L’esame viene effettuato interponendo del gel tra le palpebre e la sonda per migliorare il passaggio del segnale degli ultrasuoni. Quindi con una sonda si ‘esplorano’ i tessuti molli all’interno del bulbo oculare o dell’orbita. L’ecografia A-scan viene utilizzata per misurare la lunghezza del bulbo oculare (lunghezza assiale) ed è utile per distinguere il tessuto oculare anomalo da quello normale. L’ecografia B-scan, invece, mostra un’immagine a due dimensioni: permette l’esplorazione dei piani assiale, longitudinale e trasverso. L’immagine è molto simile a una sezione anatomica. Si ha oltrettutto la possibilità di misurare la grandezza delle strutture oculari e delle formazioni patologiche potendole confrontare nel tempo.

Può comportare effetti indesiderati?

L’ecografia bulbare e orbitaria è un esame che non comporta rischi. Può essere ripetuta più volte, anche a distanza di pochi giorni, in modo da monitorare efficacemente l’evoluzione della patologia in esame.

Prenota un appuntamento per questo esame

Posted in Blog by Antonino | Tags: , , , , ,
27 Settembre 2019

L’oftalmoscopia binoculare indiretta consente di apprezzare le caratteristiche del tumore, la presenza di alterazioni a carico delle strutture adiacenti eventualmente associate e consente allo specialista particolarmente addestrato ed esperto in oncologia oculare di giungere alla diagnosi di malignità nel 95% dei casi. È tuttavia, necessario, eseguire in ogni caso un’ecografia oculare con tecnica A-B scan, al fine di determinare la natura del tumore, definirne le esatte dimensioni, valutarne il trattamento più appropriato. La fluorangiografia, al contrario, non fornisce dati dirimenti ai fini diagnostici, anche se resta essenziale nella diagnosi differenziale con l’emorragia sottoretinica e, insieme, con l’angiografia al verde di indocianina, può fornire utili indicazioni per differenziare il melanoma amelanotico da lesioni benigne ad alta vascolarizzazione (come l’emangioma della coroide). Il nevo della coroide, l’ipertrofia dell’EPR, le emorragie sottoretiniche, le metastasi coroideali, l’emangioma, l’osteoma ed il melanocitoma della coroide sono le condizioni di più frequente riscontro che devono essere differenziate dal melanoma coroideale. A tal fine è sufficiente eseguire un esame clinico, ecografico ed, eventualmente, angiografico.

Qual è la terapia? Oggi un trattamento di tipo conservativo è indicato nella maggior parte dei melanomi: in genere non è necessario asportare chirurgicamente l’occhio. I piccoli melanomi pigmentati possono essere trattati con la termoterapia transpupillare (TTT), metodica di recente introduzione che – attraverso un laser a diodi – determina un aumento di temperatura entro il tumore, provocandone la morte (necrosi non coagulativa). Questa tecnica può essere impiegata anche per melanomi di maggiori dimensioni o localizzati in sede juxtapapillare qualora venga associata alla radioterapia con placche episclerali (terapia sandwich). La radioterapia con placche radioattive (brachiterapia) rappresenta attualmente il trattamento radiante più diffusamente utilizzato. La placca, precedentemente caricata con iodio 125 o rutenio 106, viene messa a contatto col bulbo oculare: le sue emissioni possono ‘uccidere’ il tumore (viene suturata alla sclera in corrispondenza della base del tumore e lasciata in sede per il tempo necessario all’emissione della dose richiesta, in genere 4-7 giorni).

Cosa si può fare con questa tecnica?

a) Possono essere trattati i melanomi ovunque localizzati e di spessore non superiore ai 9 mm per lo iodio ed ai 5 mm per il rutenio (che salgono a 12,5 mm e 8,5 mm rispettivamente se associate a termoterapia).
b) Esiste una tecnica di radioterapia ancora più potente, che sfrutta protoni accelerati per colpire le cellule tumorali: fa effetto fino a 14 mm di profondità (clicca qui per approfondire l’adroterapia). Tale metodica, pertanto, risulta particolarmente indicata in pazienti monocoli con tumori di spessore superiore a quello consentito per il trattamento con brachiterapia o con terapia sandwich.
c) La resezione chirurgica del melanoma della coroide tramite resezione transclerale, infine, può essere impiegata per tumori di qualsiasi spessore con un diametro basale inferiore ai 15 mm, il cui margine posteriore disti almeno 4 mm dalla fovea e 3 mm dal disco ottico.
Anche nei casi in cui le dimensioni della lesione, l’estensione extrasclerale, l’associazione a glaucoma secondario impongano un intervento demolitivo (enucleazione del bulbo oculare), le tecniche operatorie e i materiali oggi disponibili consentono di ripristinare un aspetto estetico assolutamente soddisfacente, con evidente beneficio psicologico. Un’adeguata programmazione dei controlli oftalmoscopici ed ecografici dopo il trattamento, con cadenza semestrale nei primi cinque anni e annuale nel periodo successivo, è parte integrante del programma terapeutico.

Noi dello studio Rapisarda Oculisti ci occupiamo di effettuare tutti gli esami per prevenire o per curare patologie come il Melanoma. Contattaci per una visita.


Scrivimi su WhatsApp Scrivici su WhatsApp per una visita

 

Posted in Blog by Antonino