La pachimetria corneale è la misura dello spessore corneale, cioè della struttura trasparente più anteriore dell’occhio. La misura viene eseguita in micra (abbreviato con il simbolo µ) cioè in milionesimi di metro, o millesimi di millimetro. Lo spessore “normale” della cornea al centro è infatti di poco superiore a mezzo millimetro (520-540 µ).
Cosa c’entra il glaucoma?
Le relazioni tra pachimetria corneale e glaucoma sono state scoperte dopo che si è diffusa la chirurgia refrattiva.
Per la maggior parte di questi interventi è infatti necessario eseguire la pachimetria.
Gli interventi spesso provocano un assottigliamento della cornea, ed in questi casi (di cornee assottigliate chirurgicamente), dopo l’intervento era stata riscontrata una riduzione delle misutre tonometriche medie.
Eseguendo la pachimetria anche su persone non operate, sane e con glaucoma, sono state realizzate numerose ricerche che hanno dimostrato in modo inequivocabile 2 importanti relazioni tra pachimetria corneale e glaucoma:
- I pazienti con cornea sottile hanno un maggior rischio di sviluppo e progressione di danni glaucomatosi, mentre quelli con una cornea spessa sarebbero più protetti da questo rischio;
- Nei pazienti con cornea sottile la misura della pressione oculare (eseguita con le apparecchiature normalmente presenti negli ambulatori oculistici) risulta minore di quella reale, e viceversa la pressione appare superiore al vero nei pazienti con cornea spessa.
Questi due aspetti probabilmente sono legati tra loro.
La pressione oculare elevata è infatti uno dei più importanti fattori di rischio per lo sviluppo e la progressione del glaucoma, ed è l’unico che attualmente si può ridurre significativamente con le terapie.
In presenza di una cornea sottile si rischia pertanto ignorare (se le misure della pressione oculare sono normali) o sottostimare (se le misure della pressione risultano poco alterate) il principale fattore di rischio per il glaucoma.
Viceversa in casi con cornee molto spesse ci si può preoccupare meno anche in presenza di valori pressori lievemente rialzati.
Come si esegue la pachimetria?
La pachimetria si esegue in modo rapido e con minimo disagio per chi vi si sottopone, ma richiede sofisticate apparecchiature.
La metodica più diffusa sfrutta tecniche di ecografia monodimensionale (A-scan) con apposite sonde ad alta frequenza.
Nella pratica per l’esecuzione dell’esame è necessario instillare una goccia di collirio anestetico nell’occhio da esaminare, ed appoggiare sulla cornea per pochi istanti una sonda simile ad una piccola penna.
La seconda tecnica sfrutta invece delle formule matematiche, per risolvere problemi geometrici applicati alla misurazione dei riflessi di proiezioni luminose sulla superficie anteriore e posteriore della cornea.
Quando bisogna eseguire la pachimetria?
Diversamente dall’esame del campo visivo, e di altre misurazioni utilizzate per la valutazione del danno glaucomatoso (che può progredire nel tempo), lo spessore corneale è un parametro che non subisce significative variazioni negli anni.
Pertanto di norma è sufficiente eseguire la pachimetria corneale una sola volta.