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Correzione della vista

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In passato, per curare i disturbi visivi, gli occhiali e le lenti a contatto erano le uniche alternative possibili. Tuttavia, negli ultimi decenni, le tecniche chirurgiche nell’oculistica hanno registrato progressi considerevoli e ampliato il loro campo di applicazione. Per chirurgia refrattiva si intendono tutte le tecniche chirurgiche e parachirurgiche per modificare il potere refrattivo dell’occhio, per recuperare l’acuità  visiva senza l’ausilio di occhiali o lenti a contatto.
La prima chirurgia di successo per la correzione della vista fu introdotta nel 1977. Si tratta della cheratomia radiale, un intervento consistente nel praticare piccole incisioni con il bisturi diamantato, al fine di levigare la superficie dell’occhio. Questa tecnica era usata principalmente per correggere la miopia. A distanza di tempo, i soggetti operati registravano numerosi effetti collaterali, tra i quali la perdita della visione notturna e l’abbagliamento. Negli anni successivi, si perfezionò la tecnica PRK (acronimo di Photorefractive keratectomy), detta anche fotocheratomia refrattiva, efficace su ipermetropia, miopia e/o astigmatismo non elevati. La tecnica PRK consiste nell’asportare l’epitelio (la parte superficiale della cornea) e rimuovere parti di tessuto dalla superficie dell’occhio, usando un laser ad eccimeri, per modificare la curvatura della cornea. Dopo l’intervento vengono applicate delle lentine che proteggono l’occhio fino a quando l’epitelio non si sarà riformato naturalmente.
La tecnica LASEK (acronimo di laser epithelial keratomileusis) è una tecnica abbinata al PRK. Anziché rimuovere l’epitelio, questo viene sollevato e preservato con una soluzione chimica. Dopo aver effettuato il trattamento laser, come nel PRK, l’epitelio viene ricollocato nella sua posizione, dove si risalda naturalmente.
L’EPI-LASIK è una tecnica alternativa al LASEK. L’epitelio non viene scollato mediante l’uso di una soluzione chimica alcolica, ma meccanicamente con un strumento separatore chiamato epicheratocomo. In questo modo l’epitelio conserva in parte la sua vitalità, consentendo un recupero visivo meno traumatico e doloroso.
La tecnica LASIK (acronimo di Laser In-situ Keratomileusis) è il trattamento oggi più comune. Prima di applicare il laser, viene sollevato un sottile strato di cornea, impiegando una micropialla (laser o meccanica). In pratica si crea un lembo, sotto il quale il chirurgo può operare con il laser per rimodellare a la cornea all’interno. Dopo l’impiego del laser, il lembo viene riposizionato nella posizione originaria. Il LASIK è la tecnica che registra più successi e meno fastidi, ma essendo più invasiva (perché modifica la cornea dall’interno), può causare traumi e problemi dovuti al fatto che il lembo non si rigenera mai totalmente.